
La crisi della democrazia
Gian Marco Montesano
in dialogo con Fabio Cavallucci
giovedì 8 otttobre, ore 17,30
live sul canale Facebook del Laboratorio del futuro
I dibattiti del Laboratorio del futuro stanno entrando nel vivo. Dopo l’intervento di Alfonso Maurizio Iacono (giovedì 15 settembre, con Giovanna Bernardini) sulla situazione di paura determinata dalla pandemia, quello di Giacomo Marramao (giovedì 1 ottobre, con Virginia Zanetti), ha iniziato a toccare uno dei punti critici della società contemporanea: la crisi del sistema politico, in cui la democrazia vacilla sotto la spinta dei vari populismi e della crisi dei partiti tradizionali. A questo punto si potrebbe parlare di “crisi della democrazia”, se non fosse che l’argomento, pur discusso negli ambienti filosofici, sembra ancora tabù nei talk popolari.
Sarà Gian Marco Montesano ad affrontare di petto questo tema, giovedì 8 ottobre, alle 17,30, in dialogo con Fabio Cavallucci, sempre sul canale Facebook del Laboratorio del futuro, con un intervento intitolato appunto La crisi della democrazia. In un momento di grande cambiamento come quello che stiamo attraversando, dove tanti sistemi consolidati da secoli sembrano vacillare, anche il sistema democratico pare non essere più adatto a rispondere alle esigenze contemporanee. Gli effetti sono recenti -si potrebbe dire “contemporanei”- ma le cause certamente no, da molto tempo infatti esse scavano sotto le fondamenta del sistema capitalista. Nel contempo Montesano non crede alla natura stessa della crisi della democrazia, non crede cioè che essa sia “politica” (crisi della “forma partito”, “populismi”, ideologie e quant’altro di carattere istituzionale o inerente la “cultura politica nel suo insieme”). Quanto piuttosto è propenso a identificare lo sgretolamento della democrazia in cause strutturali non emendabili generate dalle contraddizioni del sistema capitalista in mutazione, i cui effetti non sono più governabili.
Gian Marco Montesano è noto come pittore e regista di teatro, ma in realtà è anche un fine teorico. Nella sua stagione francese degli anni Ottanta, quando si trovava fianco a fianco di militanti di estrema sinistra come Toni Negri e Franco Berardi “Bifo”, tra “Potere operaio” e “Autonomia”, ha frequentato alcuni dei più grandi pensatori postmarxisti, tra cui Gilles Deleuze, Felix Guattari e Jean Baudrillard, di cui era amico e familiare. Non c’è da sorprendersi, pertanto, se aprendo un libro di Deleuze, come ad esempio Cinema- movimento, si trova – come la più scontata delle citazioni – “come sostiene Gian Marco Montesano…”. Più artista che scrittore prolifico, ha sempre prediletto la comunicazione orale.
A lui si devono molti spunti che altri pensatori hanno poi esteso. Tra questi il tema delle “moltitudini”: non a caso è a lui indirizzata la prima lettera del volume di Toni Negri Arte e moltitudo.
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